Carta – Il teatrino delle ombre

La carta dei libri

Sono nato in una generazione costantemente a cavallo fra il vecchio e il nuovo. Viviamo un contesto storico e culturale altamente intricato, vasto e a tratti subdolo. La distanza fra noi e la conoscenza universale è di qualche clic. Mi sono sempre visto come uno di quei romantici nostalgici che non sono capaci di scrivere “ti amo” su Whatsapp, ma che sanno dirtelo infinite volte guardandoti negli occhi. Forse per pigrizia o perché non mi regalasse sfide, ho sempre evitato le scelte troppo facili. C’è però qualcosa di elementare che mi affascina da quando ero un soldo di cacio col moccio al naso… La carta. Ricorderò sempre l’inebriante odore che hanno le pagine di uno libro nuovo quando lo apri per la prima volta, che ti riempie le narici e ti arriva fino al cervello come una scossa di puro piacere; Le pagine ingiallite di quel vecchio libro appena ritrovato nei meandri della soffitta, e dell’immancabile cumulo di polvere che ti fa tossire talmente forte da farti cacciare un polmone; La sensazione dei polpastrelli che scorrono lentamente lungo la pagina ruvida, per poi raggiungere l’angolo nella trepidante attesa di voltare pagina.
Con la carta ci ho giocato, disegnato, dipinto, creato origami, senza mai trascurare la sua fragilità. La carta vuole essere trattata con la stessa delicatezza di un fiore. È una donna capricciosa che non vuole dirti nulla, ma che ti ama nel suo silenzio ed è lì, candida, pronta ad ascoltare tutte le tue parole. Ricorda ogni tua singola parola, ogni virgola, ogni punto, ogni cancellatura, ogni lacrima versata. Ti guarda fissa negli occhi finché non prendi in mano la penna, fai un bel respiro, ne poggi la punta su di essa e fai scorrere tutto ciò che provi.
See you at the next theater of shadows.

/ 5
Grazie per aver votato!

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

« Translate »